29 novembre 2010: una data che è destinata a cambiare il mondo dell’informazione e, in fondo, delle libertà individuali. E’ successo che wikleaks, sì un sito internet, abbia per ore tenuto appeso il mondo a delle notizie che notizie non sono. Le rivelazioni che il collettivo di Assange ha dato bruciando giornali, televisioni e la storia stessa, non andranno a sconvolgere il mondo così come lo conosciamo: che i diplomatici Usa pensino che Berlusconi è un rincoglionito e che Sarkozy è un poveraccio, diciamocelo, interessa poco.
Ma che il web abbia sorpassato e distaccato in un colpo solo i media tradizionali, questo sì che è interessante. Non si parla più di velocità, di privilegi, di censure: da adesso ognuno di noi che sia collegato a un computer può capire la portata rivoluzionaria della rete. Riguarda anche l’informazione. E quindi, la libertà. Una libertà che però va salvaguardata e per farlo non ci resta che l’ultimo passo: capito come usare il mezzo dobbiamo capire cosa diffonderci. Le notizie, gli approfondimenti, gli scoop adesso non hanno più veli: il web ha liberato pure loro.